(Pierre-Auguste Renoir, Le Garçon au chat) |
Salti su e giù
da questo quadrato di stelle.
Sento il tuo ruvido gorgogliare
nell’acqua piovana.
Creatura dagl’occhi tondi
e profondi
come l’autunno
in un giorno caldo,
osservi una realtà
strappata, graffiata, rossa.
Ti sento parlare
con voce che si strofina
nel mio quotidiano.
Ti chiamo
e tu muti il tuo vociare
in monosillabi giocosi.
Pensosi i tuoi sguardi
al di là di vetri opachi
curiosi del via vai di corte.
E mi chiedo cosa pensi
quando mi guardi.
E mi chiedo cosa pensi
quando mi cerchi.
Sei un morbido angolo
fintamente candido
consolatorio di giorni grigi
affettuoso nei modi felpati.
Mi dormi affianco
e mi scaldi
piccolo essere
di baci rosa
di mordicchi avorio
di sogni misteriosi.
Salti su e giù
come se la casa
fosse una foresta
e i giochi una tempesta
di semplici emozioni.
Creatura di occhi ambrati
di lunghe zampe perfette
di tappeti bianchi e bruni
di tesori nascosti e ritrovati.
Accoccolati tra le mie braccia
altro non desidero
che il tuo rilassante fusare.
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