(Salvador Dalí, Ragazza alla finestra) |
Stasera calava di rosa.
Forse venticinque anni fa
lo stesso strofinarsi di poesia
si lesse nel cielo,
ma troppo occupato fui
a leggere la felicità attraverso i tuoi occhi.
La mia debolezza non t’importava,
il destino che già scriveva
dentro le vene, nel mio sangue
ticchettava come una bomba a orologeria
mentre noi cercavamo di vivere
tutto ciò che riuscivamo a sentire.
Ti mangiai d’amore
mentre godevamo della vita
come la vedevano i nostri occhi.
Eravamo miopi
per i falchi che stavano a osservare
noi, immuni al dolore del giudizio.
E tu mia adorata
conservi ancora
quella miopia d’argento,
e vivi come se ogni giorno
fosse il primo
ma anche l’ultimo
e ascolti ancora
la ninna nanna che ti canto
ogni notte
prima che il tuo corpo
s’abbandoni nel soave letto
che ci accompagnò dentro di noi.
La fortuna è nostra
quando il vento sbatte sul vetro
della tua finestra
e io posso mostrarmi meglio a te.
Ti guardo lo sai
e tu mi puoi sentire.
Vedo l’entusiasmo
che maschera la malinconia
quando il mio pensiero ti punge di più
e ti fa presente
che l’amore non conosce la morte.