(Giorgio De Chirico, Ettore e Andromaca) |
Trovo strano
che sia possibile
guardare
nella stessa direzione
osservare l’aprico
nello stesso modo
rammentare
con lo stesso nodo
le carezze dei fiori.
Tu e i tuoi balconi
tu che battesti come me
con immenso amore
i tasti scritti
per raggiungere l’altrove
a cosa mi servi?
Ora il pazzo vociare
s’è spento
ed è un rovescio bianco.
E trovo strano
anche io
che tu riesca a parlami
così vicino.
Mentre io, io che vivo
che osservo ancora
con occhi erranti e stanchi
per la pressione del mondo
non posso dire nulla
nulla a te,
che non sei nemmeno mito.
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