(Gustav Klimt, L’albero della vita) |
Cordata d’uccelli in volo
Che planano in questa notte
Stellata e bianca.
Di meteore infuocate
paiono inondati
I nostri cuori omertosi!
Mi sei così vicino
Così dannatamente vicino.
Ti sfioro col mio sguardo stanco
E tu trattieni la voglia
Del tuo capo su di me.
Sei gentile come un petalo sulla pelle
Premuroso ma schivo.
T’accigli se ti chiamo tenerezza,
Ma.. la tua carezza
Sopra la mia gamba coperta di freddo
Parla come mai i tuoi silenzi
O le tue parole scritte e pungenti.
T’adoro come mai nessuno
Ma.. l’eco che risuona nella tua anima triste
È come lo strapiombo che divide due montagne.
Esistesse una lingua
Per ripararsi dal sole
Che ci dardeggia
Ci fa sognare e piangere d’amore
La imparerei, o la dimenticherei,
Ma.. il soffrire del sublime tuo rifiuto
Ancora ansima in me.
Cordata d’uccelli in volo
Che ci salutano anche stanotte
Un’altra notte di fantasie oziose
Di circoli viziosi
Che ci ricongiungeranno, forse
In un altro tempo.
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