(Pierre-Auguste Renoir, La bagnante) |
Le navi che attraversano me
suonano canzoni di passaggio
cantano rintocchi
mi parlano con parole nuove
che già conosco.
Le avventure che mi raccontano
annegano, divampano, serpeggiano
saltellando ogni gradino
tra immagini nascoste.
Sotto le navi
vi sono universi
con dune enormi
e colori che i miei occhi pigri
non sanno immaginare.
Vi è una pianta:
è la pianta di Venere.
È azzurra e verde
e osserva
senza che io me ne accorga
ogni lato della mia bellezza
anche quella che non si vede
e che si disperde con l’aria.
vi sono universi
con dune enormi
e colori che i miei occhi pigri
non sanno immaginare.
Vi è una pianta:
è la pianta di Venere.
È azzurra e verde
e osserva
senza che io me ne accorga
ogni lato della mia bellezza
anche quella che non si vede
e che si disperde con l’aria.
Questa pianta è un miraggio
che incontro quando la cerco
e con i fili dei miei poteri
materializzo e poi sfuggo.
Venere mi guarda
e io scappo
Venere mi parla
e io reagisco
Venere mi tocca
e io mi chiudo
come un riccio
raro e disperso
vicino a lei.
Respiro
e tra bolle vuote
torno alle navi fantasma
che mi portano via
insieme al loro ricordo.
La pianta di Venere by Maria Cristina Cireddu is licensed under a Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported License.
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